Achille trascina il corpo di Ettore
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Deposito al Museo di Roma in Palazzo Braschi
- Inventario
- PV 10387
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Pinelli Bartolomeo (1781-1835)
- Datazione
- 1833
- Dimensioni
- cm 50 x 90 x 40
- Provenienza
- Collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- Archivio Fotografico Museo di Roma
Descrizione breve
La fama di Bartolomeo Pinelli è legata in primo luogo alla sua vasta opera grafica ispirata alla vita della Roma del suo tempo e agli scorci suggestivi della città che ritrasse in numerosi acquerelli, disegni e stampe. Altrettanto significativa, seppur di più ridotta entità, è la sua produzione di plastica in terracotta, una forma d’arte che Pinelli esercitò sin dagli esordi, realizzando circa trenta sculture di piccolo formato, spesso firmate e datate. Oreste Raggi, il più accreditato biografo di Pinelli, racconta che il maestro “fece, negli ultimi giorni, molti gruppi in creta di piccola grandezza, che pure rappresentavano moderni costumi, e che vendeva, come era solito, a tenuissimo prezzo. […] Il quale modo di scolpire, tenuto da lui, piace, perché vi è sempre quello spirito, quel fuoco e quel tocco franco, che scorgi in ogni sua opera”. Pinelli progettò di modellare un centinaio di sculture ma, stando alle fonti, ne eseguì soltanto 29 e nel 1834 ne trasse anche una serie di incisioni (Gruppi pittoreschi modellati in terra-cotta da Bartolomeo Pinelli ed incisi all’acquaforte da lui medesimo). Un nucleo consistente di tali opere è giunto a Palazzo Venezia in due momenti distinti: 6 sculture sono state cedute nel 1920 dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, mentre le 4 rimanenti facevano parte della raccolta di Evangelista Gorga e sono state acquisite dallo Stato nel 1948. Da questo nucleo omogeneo per temi ispirati ad episodi tratti dalla vita dei briganti o ai costumi della campagna romana, si distaccano due sculture di matrice dichiaratamente classica. Una di queste immortala un passo dell’Iliade (Libro XXII) in cui si narra dello strazio perpetrato da Achille sul corpo di Ettore per vendicare l’uccisione di Patroclo (8). Anche in questo caso prevale un gusto narrativo basato sull’enfasi gestuale di Achille in piedi sul carro che, sprezzante, solleva lo sguardo dal cadavere di Ettore, segnato dal supplizio e avvicinabile, nelle membra sforzate, all’iconografia del Cristo deposto. Una certa sproporzione caratterizza l’insieme, soprattutto nelle figure allungate dei cavalli, mentre una fessura, probabilmente generatasi in fase di cottura, separa la biga dal corpo di Ettore. Oltre alla firma e alla data incise sul piedistallo, il gruppo è testimoniato da una ricevuta rilasciata da Bartolomeo Pinelli a Giovanni Scudellari il 26 gennaio 1833, in cui l’artista dichiarava di essere già stato pagato ma di non aver ancora consegnato l’opera (Incisa della Rocchetta 1956).
Cristiano Giometti
Bibliografia
A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 92; G. Incisa della Rocchetta (a cura di), Mostra di Bartolomeo Pinelli. Itinerari, Roma 1956, p. 6