Religione velata
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 26
- Inventario
- PV 10587
- Materia e tecnica
- Terracotta/ pittura
- Autore
- Sammartino Giuseppe (1720-1793)
- Datazione
- XVIII secolo
- Dimensioni
- cm 48x26x10.5
- Provenienza
- E. Di Castro (1958)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
La statuetta raffigurante la Religione velata fu acquistata nel 1958 dallo Stato Italiano presso l'antiquario Eugenio Di Castro. L'opera è ancora in buono stato di conservazione, nonostante la perdita dell'avambraccio destro della figura femminile e della testa del putto, che sta scivolando alla base del piedistallo mistilineo; nella parte posteriore il bozzetto è parzialmente cavo e non modellato con la materia lasciata a vista, mentre anteriormente la superficie è dipinta di colore bianco e sulla cornice della base è ancora visibile il righello metrico per il riporto. Appena entrata al Museo di Palazzo Venezia, la terracotta fu subito pubblicata da Antonino Santangelo (1958) che la attribuì allo scultore veneto Antonio Corradini (1668-1752). Nel 1960, Alparone tornava sull'argomento avanzando qualche dubbio sull'autografia corradiniana e mettendo per la prima volta in relazione l'opera con il nome di Giuseppe Sanmartino. La nuova ipotesi critica trovava fondamento in un testo periegetico dedicato all'isola di Ischia e redatto dal letterato Scipione Volpicella nel 1853. Durante una visita alla cappella Regine di Forio, Volpicella osservò una scultura definita la Religione di Cristo che collimava perfettamente con le caratteristiche iconografiche della terracotta in esame. Sempre dalla stessa fonte si apprendeva che la figura era firmata Sanmartino e datata 1786. Al momento in cui Alparone scrisse il suo intervento, il bel marmo era ritenuto disperso e non si trovava più nella cappella commissionata da Pietro Regine nei primi anni Settanta del Settecento. Successivamente anche Elio Catello ha assegnato la terracotta di Palazzo Venezia a Sanmartino, poiché "essa rivelava senza ombra di dubbio il suo stile inconfondibile assai lontano dall'algida eleganza corradiniana che sembra piuttosto legata ad un classicismo di matrice cinquecentesca". Il nodo attributivo si è definitivamente sciolto grazie al ritrovamento nel 1986 della versione marmorea della Religione velata nel cimitero di Sant'Anna a Trieste (Firmani 1986): l'opera, datata e firmata come ricordato da Volpicella ("Joseph Sanmartino inv. et sculpsit 1786") era stata acquistata in epoca imprecisata, ma comunque tra il 1867 e il 1886 (Catello 2004), dal ricco mercante di grano Pietro Sartorio che l'aveva fatta trasportare nella propria cappella del cimitero triestino.
Cristiano Giometti
Bibliografia
A. Santangelo, Antonio Corradini, la Fede Velata, in "Bolletino d'arte", 43 (1958), pp. 381-382; G. Alparone, Un bozzetto del Corradini e una statua dispersa del Sanmartino, in "Bolletino d'arte", 45 (1960), pp. 287-288; F. Firmani, Giuseppe Sanmartino da Forio d'Ischia a Trieste: la «Religione» perduta e ritrovata, "Arte in Friuli. Arte a Trieste", 9 (1986); E. Catello, Giuseppe Sanmartino 1720-1793, Napoli 2004, pp. 83-87