Tevere
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 20
- Inventario
- PV 10356
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Scultore del centro-nord Italia
- Datazione
- Secondo quarto XVI secolo
- Dimensioni
- cm 32
- Provenienza
- Collezione Pollak (1947)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
La terracotta in esame proviene originariamente dal palazzo Miniscalchi Erizzo di Verona ed è poi passata nella collezione dell'archeologo Ludwig Pollak; soltanto nel 1947, Margaret Nicod Sussmann, cognata dello studioso, ne fece dono al Museo di Palazzo Venezia. Una prima disamina critica si deve a Brinckmann (1924) che la pubblicò come opera di scuola di Jacopo Sansovino; nel 1954, Santangelo, riportando l'opinione del suo predecessore, precisava come la non eccelsa qualità del pezzo facesse pensare non tanto agli allievi diretti del maestro quanto ad epigoni meno dotati. Da quel momento non ci sono stati ulteriori interventi da parte degli addetti ai lavori e la statuetta è oggi indicata al museo con la generica dicitura di ambito veronese, in considerazione della sua provenienza. In effetti, la piena valutazione dell'opera risulta alquanto problematica anche in considerazione del precario stato di conservazione che vede integri soltanto il busto con la testa, il braccio destro e la cornucopia, mentre per il resto il corpo del personaggio risulta gravemente mutilato. La forte plasticità della muscolatura del torso e della gamba destra, così come l'accurata definizione dei tratti somatici e della capigliatura lasciano comunque intravedere la mano di un artista piuttosto dotato e aggiornato sui modelli anche della statuaria classica. L'anonimo scultore conosceva forse il bozzetto con la personificazione di un Fiume attribuito a Jacopo Sansovino ed oggi alla Ca' d'Oro di Venezia (inv. Sc. 76), ma rispetto al modello sansovinesco se ne distanzia per una minore robustezza della figura e per l'attenzione più manierista all'eleganza della posa e del movimento. Su tali basi, pare lecito ampliare il raggio dell'area geografica di produzione anche all'Italia centrale, più precisamente alla Toscana della metà del Cinquecento.
Cristiano Giometti
Bibliografia
A. E. Brinckmann, Barockbozzetti, 1924, II, p. 16; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle opere, Roma 1954, p. 86