Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

San Marco che guarisce gli infermi e libera gli indemoniati

Jacopo Sansovino, San Marco libera un indemoniato e guarisce gli appestati - St. Mark Healing the Infirm and Freeing a possessed-man
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 19
Inventario
PV 03258
Materia e tecnica
Terracotta
Autore
Tatti Jacopo detto Sansovino (1486-1570)
Datazione
ante 1537
Dimensioni
cm 49.5 x 63.5
Provenienza
Collezione Mond (1921)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Quando Jacopo Sansovino raggiunse Venezia, dopo aver lasciato Roma a seguito del disastroso sacco del 1527, non pensava di fermarsi troppo a lungo, intenzionato com'era a proseguire per la Francia ove avrebbe lavorato alla corte di Francesco I. Tuttavia quella tappa momentanea era destinata a trasformarsi nella meta ultima, e in quella città lo scultore avrebbe trascorso il resto della sua vita. Contestualmente ai grandi progetti architettonici della Libreria Marciana, della Zecca e della loggetta, il maestro si occupò anche di creare per la basilica di San Marco alcune opere decorative in bronzo, un materiale con cui si misurava per la prima volta: nacquero così le statuette dei Quattro Evangelisti, i battenti della porta della sagrestia e gli otto rilievi per i pergoli del coro con le storie del Santo. Quest'ultima impresa ebbe inizio nel 1536: il primo dei due amboni con le vicende della vita di San Marco, fu collocato sul lato destro del trono ducale ed era già terminato alla fine dell'anno seguente, mentre l'altro su cui erano narrati i miracoli post mortem fu completato entro il 1542. Di tali complesse prove compositive si conservano soltanto due modelli preparatori per il pergolo più antico raffiguranti San Marco che guarisce gli infermi e libera l'indemoniato e il Martirio del Santo. Provenienti dalla collezione di Freida Mond, al momento dell'entrata in museo i due pannelli erano inquadrati entro cornici lignee, mentre la superficie era ricoperta da una spessa patina di vernice rossastra, poi rimossa a seguito di un recente restauro; il retro risulta invece levigato tramite il passaggio di un filo che ne ha livellato la superficie favorendo il distacco dal piano di appoggio. La scena dell'Indemoniato si svolge sullo sfondo di un portico da cui si intravedono templi e guglie piramidali a ricreare l'aspetto di Alessandria, città in cui l'evangelista trascorse gli ultimi tempi del suo ministero. Sansovino orchestra sul proscenio circa 27 figure che partecipano animatamente al miracoloso evento, e ad esso reagiscono con una straordinaria gamma di espressioni. Il Santo, in posizione lievemente eccentrica e purtroppo acefalo, impone la mano destra sull'indemoniato che si contorce per liberarsi dallo spirito maligno che lo aveva posseduto e che adesso aleggia sugli astanti. Il gruppo di figure alle spalle dell'evangelista è composto da vecchi barbuti e da storpi che si sporgono e si accalcano ad osservare l'accaduto, mentre dalla parte opposta alcune donne vegliano un morto, riproducendo nei gesti e nelle pose la scena di una Deposizione dalla croce.

Cristiano Giometti 

Bibliografia

Donazione Mond, "Bollettino d'Arte", I (1921), pp. 40-44; A.E. Brinckmann, Barok-Bozzetti: Italienische Bildhauer, Frankfurt am Main 1924, pp. 10-11 tav.3; H.R. Weihrauch, Studien zum Bildnerischen Werke des Jacopo Sansovino, Zur Kunstgeschichte des Auslandes, Strasburg 1935, p. 100; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, pp. 20-2; B. Boucher, The Sculpture of Jacopo Sansovino, New Haven and London, 1991, II, 329-330, nn. 20-21; J. Poeschke, Die Skulptur der Renaissance in Italien, München 1992, II, pp. 149-15; J. Myssok, Bildhauerische Konzeption und plastiches Modell in der Renaissance (Beiträge zur Kunstgeschichte des Mittalalters und der Renaissance, VIII, Munster 1999, 361, n. 22; D. Charles, in A. Bacchi, L. Camerlengo e M. Leithe Jasper (a cura di), La bellissima maniera. Alessandro Vittoria e la scultura veneta del Cinquecento, catalogo della mostra, Trento 1999, pp. 210-213, n. 11; St. Mark Healing a Demoniac, in B. Boucher (a cura di), Earth and Fire, Italian Terracotta Sculpture from Donatello to Canova, catalogo della mostra, New Haven and London 2001, pp.168-169, n. 30; G. Marcenaro e P. Boragina (a cura di), Viaggio in Italia, catalogo della mostra, Genova 2001, p. 112, fig. p. 75; P. Cannata, in K. Herrmann Fiore (a cura di), Dürer e l'Italia. Segui dei riflessi reciproci, catalogo della mostra, Roma 2001, p. 308

 

 

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pagina creata il 2009-01-15, ultima modifica 2010-11-15