Allegoria della Fede con il ritratto del cardinale Lelio Falconieri

- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 21
- Inventario
- GNAA 2556
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Ferrata Ercole (1610-1686)
- Datazione
- 1674 ca.
- Dimensioni
- cm 52x44,5x32,5
- Provenienza
- Heim Gallery (1972)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
A partire dal 1665, la cappella Falconieri, nella tribuna della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, divenne il luogo di incontro e di confronto per i tre più importanti scultori della generazione successiva a quella di Bernini ed Algardi. Sotto la direzione di Borromini, Antonio Raggi scolpiva, in uno stile dichiaratamente berniniano, il Battesimo di Cristo per la nicchia dell'altare maggiore, mentre a Guidi fu affidata l'allegoria della Carità per il sepolcro di Orazio Falconieri e Ottavia Sacchetti per la nicchia di destra. Di fronte, Ercole Ferrata, forse da un'idea del maltese Melchiorre Caffà, eseguiva la figura della Fede per il monumento del cardinale Lelio Falconieri, creando uno dei suoi massimi capolavori. Sulla base dell'inventario post mortem di Ferrata redatto nel 1686 apprendiamo che nel suo studio di via delle Carceri Nuove erano conservati tre modelli per la figura della Fede, due dei quali autografi mentre il terzo registrato sotto il nome di Melchiorre Cafà, allievo e collaboratore del maestro prematuramente scomparso nel 1667 (V. Golzio, "Lo «studio» di Ercole Ferrata", Archivi d'Italia, II, 1935, pp 67, 73). Attualmente sono noti ben 6 esemplari in terracotta di quest'opera che, con alcuni scarti qualitativi e stilistici, testimoniano le diverse fasi dell'evoluzione di tale composizione. La statuetta conservata a Palazzo Venezia potrebbe rappresentare il modello in piccolo mostrato da Ferrata a Paolo Francesco Falconieri per ottenere l'approvazione definitiva e dare inizio ai lavori. La Fede, che adesso ha perduto la mano destra con la quale teneva il calice, presenta infatti una superficie levigata e rifinita nei dettagli, così come ben caratterizzato è anche il ritratto di profilo di Lelio Falconieri entro il medaglione sorretto dall'angelo. "L'espressione estatica e vagamente sentimentale" della figura allegorica, così come "il panneggio risolto in forma accademica" (Barberini 1991) sono caratteristiche peculiari dello stile maturo di Ferrata e concorrono, una volta di più, a confermare l'attribuzione.
Cristiano Giometti
Bibliografia
I. Faldi, Galleria Nazionale di Arte Antica. Acquisti 1970-72, Roma 1972, pp. 38-39; M. G. Barberini (a cura di), Sculture in terracotta del barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, catalogo della mostra, Roma 1991, pp. 53-54; M. G. Barberini e C. Gasparri (a cura di), Bartolomeo Cavaceppi scultore romano (1717-1799), catalogo della mostra, Roma 1994, p. 128; A. Bacchi, Scultura del ‘600 a Roma, Milano 1996, p. 803; M. Fagiolo dell'Arco, Scultura barocca romana (II). Due bozzetti di Ercole ferrata e Michel Maille, "Fimantiquari", 9 (1996), pp. 27-30; O. Ferrari e S. Papaldo, Le sculture del Seicento a Roma, Roma 1999, pp. 133-134, 506; J. Montagu, Melchiorre Cafà's models for Ercole Ferrata, in K. Sciberras (a cura di), Melchiorre Cafà. Maltese Genius of the Roman Baroque, Malta 2006, pp. 68-71, 245-246