Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Croce postbizantina

Croce post bizantina - Post Byzantine Cross
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in legno
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sale studio, stanzino, scaffale 1, ripiano G
Inventario
PV 01497
Materia e tecnica
Legno di acero/ scultura/ intaglio
Autore
Ambito greco
Datazione
sec. XVI
Dimensioni
cm 47.3 x 11 x 10
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Proveniente dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo per cessione nel 1920, la croce su piedistallo raffigura scene neo e vetero testamentarie lavorate a giorno su tutta la superficie (croce e piedistallo). Si tratta di una cosiddetta croce d’altare postbizantina, un manufatto, cioè, simile ad altri esemplari, circa una ventina (J. Rozycki, Ein unbekanntes Werk des Georgios Laskaris: das geschnitzte Kreuz im Museum der Fürsten Czartoryski Krakau, in “Byzantina et Slavica Cracoviensia” 2, 1994, pp. 83-96; A. Pontani, Croci lignee d'altare postbizantine conservate in Italia e in Austria, in "Jahrbuch der österreichischen Byzantinistik", 46, 1996 [1997], pp. 379-421; V. H. Elbern, Die holzgeschnitzten postbyzantinischen Sockelkreuze des 16. Jahrhundert, in "Oriens Christianus", 92, 2008, pp. 187-240.) conservati in vari musei, omogenei per caratteristiche tecniche, tipologiche e datazione, circoscrivibile al XVI secolo, anche se nelle misure, nel ductus dei tituli epigrafici e nelle scelte iconografiche dei singoli pezzi sono ravvisabili sensibili differenze; e questo vale anche nell’ambito delle sette croci recanti la firma dello stesso autore, Giorgio Lascaris, scaglionate tra 1551 e 1583. Le scene bibliche ed evangeliche rappresentate nelle nicchie che si aprono su di essa sono corredate da iscrizioni in greco a mo’ di didascalie. Un esemplare assai prossimo a quello del Museo di Palazzo Venezia è, ad esempio, la croce del Palazzo comunale di Sant’Oreste a Roma (A. Paribeni, In margine al “Corpus degli oggetti bizantini in Italia”: la croce lignea di Sant’Oreste, in Bisanzio, la Grecia e l’Italia. Atti della giornata di studi sulla civiltà artistica bizantina in onore di Mara Bonfioli, a cura di A. Iacobini, Roma 2003, pp. 119-126). Di solito nella croce vera e propria si trova il dodekaorton in forma variamente ampliata (da sedici a ventidue scene ma qui sono venti). Sopra e sotto i bracci della croce spesso sono alcune figure scolpite a bassorilievo (anche in questo esemplare). Nel piedistallo si possono trovare cicli dell’Antico Testamento, anch’essi di varia ampiezza (e comunque sempre: La creazione e il peccato di Adamo ed Eva; Caino e Abele; Noè; Abramo; Isacco; Giacobbe; Giuseppe in Egitto; Mosè che guida gli Israeliti fuori dall’Egitto), oppure il ciclo della Passione. Il piedistallo ligneo e intagliato, grazie al quale le croci poggiano sull’altare, costituisce la specificità di questi manufatti rispetto al mare magnum delle croci post-bizantine. Come accade di solito, questo è articolato in quattro segmenti: quello inferiore è uno zoccolo di base ottagonale, gli altri successivi sono disposti a scalare l’uno sull’altro. Qui il piedistallo, di base ottagona, è articolato in 3 segmenti spartiti in 5 registri, contenenti 32, nicchie e poggianti su uno zoccolo, diviso in 8 campi scolpiti con varie scene. In genere la sequenza delle scene prende avvio dal registro inferiore, ma non sempre gli episodi si susseguono nell’ordine dovuto. Sebbene spesso sotto il piedistallo ci sia la firma dell’autore o la data di esecuzione, nell’esemplare di Palazzo Venezia abbiamo una iscrizione, di difficile interpretazione, che recita: SIDVS. E/ ST PRONO/ BIS ET DCON/ TRA. NO/ S. La croce si trova in uno stato di conservazione buono. Le indagini tecnico-scientifiche condotte nel 2009 dall’IVALSA-CNR di Firenze hanno permesso di identificare il legno utilizzato che risulta essere quello di acero (Acer sp.).
Grazia Maria Fachechi 

Bibliografia

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010