San Camillo De Lellis

- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 23
- Inventario
- PV 01204
- Materia e tecnica
- Terracotta/ patinatura
- Autore
- Pietro Pacilli (1720-1773), attribuito
- Datazione
- 1737
- Dimensioni
- cm 19 x 15 x 7.5
- Provenienza
- Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo (1920)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
Morto a Roma il 14 luglio 1614, Camillo de Lellis venne beatificato nel 1742 e canonizzato nel 1746 da papa Benedetto XIV. Verso la fine del quinto decennio del secolo i padri camilliani penserono di celebrare il loro fondatore con una scultura per la navata della basilica di San Pietro e ne affidarono l'incarico a Pietro Pacilli che, già nell'estate del 1750, era alle prese con il modello in grande di gesso, scoperto nel settembre dello stesso anno. Si trattava della prima opera di dimensioni monumentali per il giovane Pacilli: terminati i lavori sul marmo nell'ottobre del 1753, riscosse la piena approvazione dei camilliani che, a breve distanza di tempo, gli commissionarono un gruppo con angeli e cherubini per l'altar maggiore di Santa Maria Maddalena, chiesa madre dell'ordine. Proprio alla Maddalena, in una piccola nicchia del passaggio tra la chiesa e la sacrestia, si trova il modello in terracotta (h. 46 cm) dipinta di bianco della statua vaticana, opera che, a livello compositivo, presenta poche varianti rispetto al marmo individuabili nella diversa posizione della mano sinistra con il palmo alzato e nella testa, marcatamente rivolta all'indietro quasi ad imitare la classica posizione di San Filippo Neri. Un ulteriore passaggio nel processo creativo per la figura di San Camillo può essere individuato in un bozzetto in terracotta dorata conservato a Palazzo Venezia. Entrata a far parte della raccolta museale nel 1920 come opera di Alessandro Algardi, la scultura fu poi pubblicata da Santangelo (1954) che propose un'attribuzione a Giuseppe Rusconi (1687-1737) per la forte somiglianza con la statua di Sant'Ignazio di Loyola (1731-1733) sempre per la serie petriana dei santi fondatori, portata a compimento da Giuseppe a seguito della scomparsa del suo maestro Camillo Rusconi (†1728). L'indicazione di Santangelo è stata accolta pienamente dalla critica successiva; solo di recente, Debenedetti (2002) ha proposto di individuare nel San Camillo di Palazzo Venezia una prima elaborazione della scultura di Pacilli per San Pietro e la sua intuizione può essere validamente sostenuta con motivazione di carattere stilistico e cronologico.
Cristiano Giometti
>>>>>>>Bibliografia
A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 90; A. Santangelo, in Il Settecento a Roma, catalogo della mostra, Roma 1959, pp. 204-205; M. Gani, San Camillo de Lellis, in A. Pinelli, a cura di, La Basilica di San Pietro in Vaticano, Modena 2000, pp. 748-749 sch. 1220; E. Debenedetti, Lambert Sigisbert Adam e Pietro Pacilli, due protagonisti della distensione del Barocco, in Sculture romane del Settecento, II. La professione dello scultore, a cura di E. Debenedetti, Studi sul Settecento Romano, 18, 2002, pp. 55-79
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