Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Oceano

Oceano - Oceanus
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 26
Inventario
PV 01190
Materia e tecnica
Terracotta
Autore
Bracci Pietro (1700-1773), da
Datazione
sec. XIX
Dimensioni
cm 41x21.5x19
Provenienza
Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo (1920)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Nel 1730, papa Clemente XII indisse un concorso per dare una sistemazione definitiva all'annoso, problema della fonte dell'Acqua Vergine, che languiva in misere condizioni dagli anni ‘40 del Seicento quando Bernini ne aveva gettato solo in parte le fondamenta. Dopo ben due anni di attesa, la competizione fu vinta da Nicola Salvi (1697-1751) ma ancora una volta i lavori si protrassero a lungo e, al momento della scomparsa dell'architetto, erano ultimati il prospetto di facciata e le scogliere alla base, mentre la decorazione scultorea era stata parzialmente realizzata nella forma dei modelli in grande di stucco eseguiti da Giovanni Battista Maini (1690-1752). A portare a termine l'esecuzione delle tre figure monumentali dell'Oceano con i tritoni e cavalli marini e delle allegorie della Salubrità e dell'Abbondanza furono chiamati rispettivamente Pietro Bracci e Filippo della Valle. Lo scultore dunque eseguì almeno un modello in terracotta del suo Oceano di altezza pari a quattro palmi, vale a dire circa 90 centimetri (1 palmo=22,43 cm). Quest'opera al momento non è ancora stata identificata ma al Museo del Palazzo di Venezia esiste una seconda versione della figura tradizionalmente attribuita a Pietro Bracci, di dimensioni pari a circa la metà rispetto al succitato esemplare. A favore dell'autografia braccesca si sono espressi Riccoboni (1942), Hermanin (1948), e Santangelo il quale, oltre a rilevare la discrasia di misure tra le due versioni, segnala che la statuetta superstite faceva parte di un monumentale modello in legno della Fontana di Trevi esposto alle Mostre retrospettive di Castel Sant'Angelo del 1911 e oggi conservato al Museo di Roma. Armando Schiavo (1956) ha dunque respinto la paternità di Bracci per l'opera in esame ed anche per l'allegoria dell'Abbondanza di della Valle (PV 1193), ritenendole viceversa dei d'après.

Cristiano Giometti 

Bibliografia

Guida Generale alle Mostre Retrospettive di Castel Sant'Angelo, Bergamo 1911, p. 234; C. Gradara, Pietro Bracci scultore romano - 1700-1773, Roma 1920, p. 111; Il Settecento Italiano 1932, p. 649; A. Riccoboni, Roma nell'arte. La scultura nell'evo moderno dal Quattrocento ad oggi, Roma 1942, p. 298; F. Hermanin, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 282; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 87; A. Schiavo, La fontana di Trevi e le altre opere di Nicola Salvi, Roma 1956, p. 127; A. Santangelo, in Il Settecento a Roma, catalogo della mostra, Roma 1959, n. 103, p. 69; Il Settecento a Roma, catalogo della mostra di Roma, Roma 1959 (II ed.), p. 69; Media save art, catalogo della mostra di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Giugno - Agosto 1991 (22); C. Vigliarolo, Pietro Bracci, Oceano, in M. G. Barberini, S. Sconci (a cura di), Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma  2009, p. 91

 

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010