Proveniente dalla collezione privata Ladislao Odescalchi (1959), l'opera è in coppia con quella identificata dal PV 7301. Scolpito a bassorilievo e coperta poi di una tinta bruna, a imitazione di una scultura in bronzo, il pezzo, che raffigura santa Barbara doveva essere fissato su un pannello che fungeva da ala a un Flügelaltar come si vede nell'esemplare dei Deutschen Museums di Berlino (inv. 397-400). Giudicata da Santangelo della Franconia meridionale, l'opera sembra invece più pertinente al contesto della Svevia settentrionale, ambito cui sono riferite le sante in legno a vista conservate nella Sammlung Bollert del Bayerisches Nationalmuseum (Die Sammlung Bollert: Bildwerke aus Gotik und Renaissance, Munchen 2005, cat. 17, pp. 138-139). Le indagini tecnico-scientifiche condotte nel 2009 dall’IVALSA-CNR di Firenze hanno permesso di identificare il legno utilizzato che risulta essere quello di tiglio (Tilia Sp.).

F. Hermanin, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 269; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 64