Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Dormitio Virginis

Dormitio Virginis
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in legno
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 10
Inventario
PV 07661
Materia e tecnica
Legno di tiglio (la colonnina è in noce)/ scultura/ intaglio/ pittura/ doratura
Autore
Ambito di Augsburg
Datazione
1520 ca.
Dimensioni
cm 91x71.3x6
Provenienza
Collezione Tower-Wurts (1933)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Proveniente dalla collezione Wurts (W 99), il bassorilievo faceva parte, con ogni probabilità, di un Flügelaltar, dedicato forse alla Vergine. Raffigura la Morte della Vergine, raccontato nel libro apocrifo del Transitus Mariae, ripreso poi nelle Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. La scena è ambientata in un interno, dove compaiono solo otto apostoli, variamente atteggiati e riccamente abbigliati (uno di loro porta anche un copricapo). Maria è distesa sul letto, dall’imponente spalliera decorata con motivi dorati fitomorfi intagliati e scolpiti a rilievo nel legno. Ha gli occhi chiusi e dal suo viso, dall’incarnato di biacca e cinabro (analisi FORS dell’ICVBC-CNR di Firenze e XRF del Laboratorio Mida di Roma), traspare la serenità di chi non ha paura di ciò che l’attende. Un Apostolo è inginocchiato accanto a lei e le mostra un libro di preghiere, con la copertina verde, realizzata con malachite, per rivolgere a Dio l’ultima invocazione prima di salire al cielo. Nella parte superiore del rilievo, a destra, si nota una semplice colonnina di colore nero e bianco, in noce (Juglans cfr. regia), come hanno dimostrato le indagini tecnico-scientifiche condotte nel 2009 dall’IVALSA-CNR di Firenze, laddove invece il resto del manufatto è in tiglio (Tilia sp.). Considerata di scuola tirolese del Cinquecento da Hermanin (1948), l’opera è stata poi condotta ad Augsburg e datata con più circoscrizione al 1520 ca. da Santangelo (1954) che vi vede la mano di un maestro influenzato dai lavori più nettamente italianizzanti di Adolf Daucher (Ulm? 1460 – Augsburg 1523), formatosi alla scuola di Jorg Syrlin e di Gregor Erhart (cfr. P.M. Halm, Adolf Dauche und die Fuggerkapelle bei St. Anna in Augsburg, München und Leipzig 1921) e da quelli della Franconia meridionale.

Grazia Maria Fachechi 

Bibliografia

F. Hermanin, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 269; A. Santangelo (a cura di), Il museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, pp. 59-60.

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010