Cherubino
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 21
- Inventario
- PV 13317
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Fonti Giovan Francesco
- Datazione
- 1675-1700 ca.
- Dimensioni
- cm 22x30
- Provenienza
- Collezione Cavaceppi (1800); collezione Torlonia (sec. XIX, ultimo quarto); collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
La piccola scultura, di eccellente fattura, è realizzata in terracotta chiara su cui è stato steso un velo di vernice bianca che, attualmente, ne copre solo parzialmente la superficie. Lo stato di conservazione è buono e il tessuto figurativo ancora apprezzabile, nonostante la mancanza di parte delle ali nella parte bassa della composizione; per garantirne l'integrità e adattarla ai fini espositivi, in epoca imprecisata l'opera è stata fissata su di una base rettangolare in ardesia (23x32). Nella scheda di catalogo del Polo Museale della Città di Roma (OA 1200865312) è proposta l'attribuzione a Filippo Carcani (1644-1688), scultore ma soprattutto valente plasticatore attivo nei maggiori cantieri decorativi delle chiese capitoline nella seconda metà del secolo. Tuttavia una somiglianza molto stringente si riscontra con le teste di Cherubino che decorano l'oculo della cupola borrominiana di Sant'Ivo alla Sapienza, di cui la terracotta di Palazzo Venezia potrebbe costituire uno dei prototipi preparatori. I lavori all'interno della chiesa iniziarono nel 1642 e si protrassero fino al 1655, quando si decise di lasciare la struttura temporaneamente a rustico. All'inizio del pontificato di Alessandro VII Chigi il cantiere fu nuovamente avviato; seguendo i disegni elaborati da Borromini, Francesco Ghetti mise in opera il pavimento marmoreo mentre lo stuccatore e capomastro muratore Giovanni Battista Fonti eseguì le decorazioni in stucco della cupola. A quest'ultimo si devono dunque anche le teste di Cherubino che campeggiano alla sommità dei sei spicchi della cupola borrominiana, figure che condividono con la terracotta in esame la forma paffuta del volto, l'espressione seriosa e meditabonda ed anche il disporsi scomposto dei capelli. Si può quindi ritenere che Fonti abbia eseguito il modello su disegno di Borromini e poi lo abbia dipinto di bianco per meglio simulare l'effetto dello stucco.
Cristiano Giometti
Bibliografia
P. Cannata, Head of an Angel, in F. Buranelli e R.C. Dietrick (a cura di), Between God and Man: Angels in Italian Art, catalogo della mostra, Jackson 2007, p. 143.