Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Piede

Gian Lorenzo Bernini. Piede - Foot
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 21
Inventario
PV 13959
Materia e tecnica
Terracotta
Autore
Bernini Gian Lorenzo (1598-1680), da
Datazione
1650-1675 ca
Dimensioni
cm 15x24x10
Provenienza
Collezione Gorga (1948)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

La terracotta, di dimensioni piuttosto ridotte, rappresenta un piede troncato all'altezza della caviglia in maniera accidentale; lo stato di conservazione non è ottimale soprattutto per la perdita di buona parte delle dita. Le analisi radiografiche, eseguite dall'ingegner Claudio Falcucci, mostrano una struttura compatta, piena, e l'unica frattura visibile, oltre a quelle presumibilmente traumatiche evidenziate all'altezza dell'attaccatura delle dita e che ne devono aver provocato la caduta, taglia trasversalmente la pianta, in corrispondenza della stuccatura presente sulla pianta a metà dell'iscrizione che legge "Lorenzo Bernini". Se da un lato la presenza del nome chiarisce la relazione con un'opera berniniana, probabilmente uno dei due Angeli eseguiti dal maestro per Ponte Sant'Angelo ed oggi in Sant'Andrea delle Fratte, dall'altro porta ad escludere l'autografia del maestro che non avrebbe avuto motivo di firmare una sua opera. Resta da chiarire se si tratti di uno dei cosiddetti "cavi" realizzato per la produzione in serie, o piuttosto di una sorta di esercitazione di un giovane di bottega. Entrambe le ipotesi presentano una loro validità. Nel primo caso, infatti, ci possiamo immaginare che nella bottega di un formatore o di un restauratore come Bartolomeo Cavaceppi esistessero molte sculture di questo genere tratte da opere dei più importanti maestri ed utilizzate per nuove composizioni o anche come spunto per restauri integrativi. Del resto era pratica comune per gli apprendisti scultori quella di modellare la creta e riprodurre proprio mani e piedi dei marmi più famosi. 

                                                                                                                            Cristiano Giometti

Bibliografia

A. E. Brinkman, Baroch Bozzetti, Frankfurt 1924, II, p. 38; Collezioni Gorga. Raccolte archeologiche e artistiche, Roma 1948, p. 19; M. G. Barberini (a cura di), Sculture in terracotta del Barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, catalogo della mostra, Roma 1991, p. 27

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010