David con l'arpa suonata da un angelo
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 21
- Inventario
- PV 13265
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Maille Michel (1648-1736)
- Datazione
- 1682-1684
- Dimensioni
- cm 36x30
- Provenienza
- Collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
Tra i numerosi allievi "di grido" formatisi in quella straordinaria fucina di talenti che fu l'atelier di Ercole Ferrata a via Carceri Nuove, spicca la figura di Michel Maille, apprezzato dai maggiori storiografi del tempo per le notevoli qualità della sua tecnica. Sullo scorcio degli anni Settanta del Seicento il borgognone partecipò ad alcune imprese decorative su scala monumentale incentrate sull'impiego dello stucco come materiale d'eccellenza, di cui si rivela interprete abilissimo e sensibile, a tal punto da emularne gli effetti anche quando lavora la pietra. Nel 1682, Maille prese parte ai lavori di ammodernamento scultoreo nella chiesa del Gesù e Maria al Corso affidati a Carlo Rainaldi da Monsignor Giorgio Bolognetti, arcivescovo di Rieti. Al borgognone vanno assegnate tutte le figure sulla parete sinistra: i sei Profeti con Putti ai lati delle finestre dell'ordine superiore, i Santi Giovacchino e Zaccaria delle nicchie sotto la cornice marcapiano ed ancora il Re David con il putto che suona la certa al lato del finestrone di controfacciata, il cui bozzetto in terracotta è conservato al Museo di Palazzo Venezia. Le due figure sono inquadrate entro una incorniciatura curva che riproduce l'andamento della volta della chiesa; benché la parte superiore del rilievo risulti frammentaria e David abbia perduto entrambi gli avambracci, la composizione è ancora leggibile nella sua interezza e sul bordo sinistro del rilievo si distingue ancora chiaramente il righello metrico per il riporto della scultura. Il David, in posizione stante e con le gambe scalate, così come l'angioletto che semi inginocchiato suona la cetra, si stacca dalla parete di fondo con forte plasticità, pur conservando quell'aria aggraziata che contraddistingue i volti e le cadenze studiate dei panni.
Cristiano Giometti
Bibliografia
M. G. Barberini (a cura di), Sculture in terracotta del Barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, catalogo della mostra, Roma 1991, p. 59; O. Ferrari e S. Papaldo, Le sculture del Seicento a Roma, Roma 1999, p. 508