Stemma
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 21
- Inventario
- PV 13473
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Bernini Gian Lorenzo (1598-1680)
- Datazione
- 1649 ca.
- Dimensioni
- cm 12x9.8
- Provenienza
- Collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
All'indomani della sua elezione al soglio di Pietro, Innocenzo X Pamphilj incaricò Francesco Borromini di potenziare al quantità di acqua che dalla Fontana di Trevi giungeva in piazza Navona in previsione della costruzione di un nuovo grande invaso al centro dello spazio agonale. Nel 1647, a lavori appena terminati, il pontefice decise di includere nella struttura anche un obelisco e richiese a diversi artisti la redazione di un progetto; nel novero dei maestri non era compreso il nome di Gian Lorenzo Bernini per il suo passato barberiniano, ma il cavaliere - secondo una tradizione che ha quasi connotati di leggenda - riuscì a far entrare a palazzo Pamphilj, con la complicità di Donna Olimpia Maidalchini, un modelletto in argento della sua idea che Innocenzo apprezzò grandemente decidendo di metterla in opera. La vivacità quasi sinestetica dell'intera composizione è stata riprodotta da Bernini in un modello, oggi in collezione privata, eseguito in legno, lavagna e terracotta mista a gesso, mentre un secondo prototipo in legno di ciliegio fu individuato nel 1968 nei depositi dell'Accademia Clementina di Bologna (Mostra di sculture e disegni scenografici del Seicento e del Settecento dell'Acccademia di Belle Arti di Bologna, a cura di S. Zamboni A. Parrochi, Bologna 1968). Buona parte delle componenti di quest'ultima opera sono andate perdute ed oggi si conservano soltanto la vasca con i suoi colonnini di recinzione, la grande roccia centrale e il bozzetto del Rio de la Plata, elementi che nel loro insieme restituiscono un'immagine molto vicina allo stadio finale dell'ideazione progettuale e all'inizio effettivo dei lavori. Il modello di Bologna, oggi in deposito alla Pinacoteca Nazionale, nel 1999 fu esposto alla mostra di Roma dal titolo Bernini. Regista del Barocco. In quell'occasione il curatore della rassegna, Marcello Fagiolo dell'Arco, ebbe modo di individuare uno dei pezzi mancanti del modello felsineo proprio tra le terrecotte del Museo di Palazzo Venezia. Si tratta di uno stemma privo della figurazione araldica, inquadrato ai lati da due cornucopie, da una conchiglia in alto e "da una testa molto espressiva alla base, un po' faunesca e un po' moresca" (Fagiolo dell'Arco 2002). Il bozzetto fu dunque rimontato sopra l'arcata rocciosa dell'esemplare ligneo e se ne riscontrò la perfetta congruenza, certificata inoltre dalla corrispondenza della posizione di un perno che doveva sostenere lo stemma al blocco centrale. La terracotta in esame, rifinita con estrema precisione in ogni dettaglio, si riferisce all'insegna collocata nel lato della fontana prospiciente palazzo Braschi e rispetto all'opera finita non mostra particolari differenze. In relazione alla cronologia, si mantiene valida la datazione al 1650 circa, ormai unanimemente accettata dalla critica.
Cristiano Giometti
Bibliografia
C. Avery, Bernini Genius of the Baroque, London 1997, p. 228; M. Fagiolo dell'Arco, Berniniana. Novità sul regista del Barocco, Milano 2002, p. 110