La Notte
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 20
- Inventario
- PV 13441
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Scultore attivo nella seconda metà del XVI secolo da Michelangelo
- Datazione
- sec. XVI, seconda metà
- Dimensioni
- cm 29x31x13
- Provenienza
- Collezione Cavaceppi (post 1799); collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
In un Elenco delle sculture di proprietà di Bartolomeo Cavaceppi, databile attorno al 1770, è ricordato un "bozzetto dei Crepuscoli cioè una dona che sta al Deposito de Medici à Firenze opera di Michelangelo". Nel 1802, a seguito dell'acquisto dell'intera raccolta da parte del marchese Giovanni Torlonia, i pezzi vennero inventariati da Vincenzo Pacetti e, tra questi, compariva anche un "Crepuscolo di Michelangelo", valutato uno scudo e 20 baiocchi. Passata all'inizio del Novecento nelle mani del cantante lirico Evan Gorga, l'opera è giunta nel 1948 al Museo di Palazzo Venezia con l'attribuzione a Michelangelo e la corretta identificazione con la figura della Notte delle tombe medicee nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze. La paternità al Buonarroti è stata di recente messa in dubbio da Berberini (1996) che ha proposto di identificare l'autore con Niccolò Tribolo il quale prese effettivamente parte ai lavori del cantiere di San Lorenzo. Lo scultore avrebbe dovuto realizzare le figure allegoriche della Terra e del Cielo che non furono mai portate a termine per l'improvvisa partenza di Michelangelo da Firenze nel 1534 a seguito della morte di Clemente VII. Giorgio Vasari racconta che, poco dopo quell'episodio, Tribolo si dedicò a modellare "tutte le figure che aveva fatto Michelagnolo di marmo, cioè l'Aurora, il Crepuscolo, il Giorno e la Notte, e gli riusciron così ben fatte, che monsignor Giovanni Batista Figiovanni, priore di San Lorenzo, al quale donò la Notte perché gli faceva aprir la sagrestia, giudicandola cosa rara, la donò al duca Alessandro, che poi la diede al detto Giorgio [Vasari] che stava con Sua Eccellenza, sapendo che egli attendeva a cotali studi". Mentre proprio la statuetta della Notte sembra essere andata perduta, le altre tre figure sono conservate al Museo del Bargello di Firenze e costituiscono un nucleo omogeneo per dimensioni e stile. La terracotta di Palazzo Venezia è più piccola di circa un terzo rispetto agli omologhi del Bargello, da cui si differenzia per una tecnica di modellazione meno incline alla definizione grafica dei volumi e alla descrizione puntuale di certi dettagli decorativi. Anche al confronto con l'originale marmoreo si nota una maggiore apertura della figura con la gamba sinistra più scalata verso il basso e una torsione del busto meno accentuata; nel modelletto di derivazione scompaiono inoltre la lunga treccia che ricade sulla spalla destra della scultura, la civetta e il mascherone che accompagnano il sonno, e il panneggio su cui si adagia la Notte michelangiolesca è sostituito da una più semplice base d'appoggio sommariamente modellata in un blocco di argilla.
Cristiano Giometti
>Bibliografia
M.G. Barberini, Nicolò Tribolo, Night, in Masterpieces of Renaissance and Baroque Sculpture from the Palazzo Venezia, Rome, catalogo della mostra di Athens, Athens 1996, pp. 48-49; M.G. Vaccari, Ignoto scultore del Cinquecento, La notte, in Venere e Amore: Michelangelo e la nuova bellezza ideale, catalogo della mostra di Firenze, a cura di F. Falletti, Firenze 2002, pp. 170-171
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