Sala 9 - La sala del Settecento
| La collezione di ritratti a pastello, ventuno dipinti databili tra la fine del secolo XVII e la metà del XIX, come la raccolta di miniature, all'incirca trenta pezzi su avorio e pergamena, esemplificano il gusto collezionistico di George Wurts e di sua moglie Henriette Tower, che nel 1933 donarono al museo un eterogeneo patrimonio artistico. I personaggi raffigurati nei dipinti appartengono alle diverse corti europee, con ampia rappresentanza di quella russa (George Wurts ricoprì a lungo la carica di segretario della Legazione americana a San Pietroburgo). La ripetitività di immagini evocanti i passati splendori delle corti europee indica una volontà di identificazione del collezionista con i personaggi dell'antica aristocrazia europea, quasi che il possesso di effigi blasonate potesse garantire il sogno di promozione sociale al rango di una classe più elevata, cui Wurts aspirò per tutta la sua vita. La prevalenza dei ritratti, infatti, è costituita da immagini di zar e zarine, di regine con infanti, di giovani principesse e di principi in tenera età, o di personaggi, al momento ancora non identificati, ma sicuramente appartenenti alla nobiltà europea, come rivelano la ricchezza dei costumi e degli ornamenti, l'importanza della posa e dei gesti. Nella collezione si contano anche esemplari di ritratto "borghese" del tipo in voga in Francia alla metà del secolo XVIII, ispirato a criteri di una rinnovata naturalezza e semplicità, o ancora del genere Biedermeier, destinato ad affermarsi nel primo trentennio dell'Ottocento come rappresentazione di intimità domestica. Al centro della sala si trova l'elegante Portantina napoletana appartenuta alla famiglia Ruffo, interamente dorata, intagliata con volute vegetali e decorata da soggetti arcadici dipinti da Giacinto Diano. All'interno si conservano gli originali rivestimenti in velluto ricamato. Alcune delle porcellane allestite nella sala mostrano l'utilizzo delle portantine nella vita quotidiana dei nobili del Settecento. |